La Scuola: il futuro dell’Italia

L’istruzione delle nuove generazioni è di primaria importanza per Italia Popolare, perché i giovani costituiscono il futuro del nostro Paese. Ed è soltanto grazie ad un sistema scolastico moderno ed efficiente che l’Italia potrà ripartire.

E questa non è retorica! Basta guardare all’autorevole report “The Learning Curve” redatto da The Economist Intelligence Unit per rendersene conto. L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico) stima che nell’ultimo decennio il 50% della crescita economica nei paesi industrializzati sia attribuibile al miglioramento del livello culturale e la crescita del capitale umano. Purtroppo quello stesso report evidenzia i limiti del nostro sistema scolastico e l’Italia risulta, con 485 punti, sotto la media OCSE di 494 punti. 

Per questo motivo è doveroso porre al centro del dibattito politico il tema della scuola. Soltanto riformando il sistema educativo potremo dare ad ogni cittadino la possibilità di affrontare con i giusti mezzi le sfide che la società moderna pone, così che realizzando il suo potenziale possa trovare il proprio posto nel Mondo.

Negli ultimi anni si sono succedute diverse riforme scolastiche, prima la Legge Moratti poi quella Gelmini, e recentemente la cosiddetta Buona Scuola; che hanno evidenziato quanto lavoro ci fosse da fare per modernizzare il nostro sistema educativo. Non neghiamo che siano stati mossi passi nella giusta direzione, tuttavia lo stato di salute dell’istruzione resta ancora piuttosto precario e mostra gravi disomogeneità. A nostro avviso gli aspetti di maggiore criticità sono i seguenti:

  • Livello raggiunto dagli studenti al completamento rispetto agli standard comunitari (test PISA – Programme for International Student Assessment).
  • Dispersione scolastica. Legata allo scarso orientamento che viene dato ai giovani ed alle famiglie durante il percorso di studi.
  • Disomogeneità: divario tra nord e sud; e tra istituti pubblici e privati.
  • Scarsa rilevanza e riconoscenza del ruolo dell’insegnante.

Di seguito le proposte di Italia Popolare per una riforma radicale della Scuola, che non si limiti agli aspetti tecnici della stessa ma piuttosto a rivederne la funzione sulla base di ideali profondi e solidi.

  1. Azzeramento dei costi a carico delle famiglie. La scuola dell’obbligo sia gratuita per tutti. Tutti i cittadini devono avere pari opportunità senza distinzione di religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale e possibilità economiche. I fondi necessari dovranno essere ottenuti incrementando la percentuale di PIL dedicata al sistema scolastico ed introducendo misure di agevolazione fiscale che favoriscano investimenti privati nello stesso.
  2. Totale autonomia agli istituti scolastici riguardo amministrazione e gestione dei programmi educativi, a patto che vengano rispettate le linee guida nazionale e garantiti i servizi di base. Ogni istituto potrà in autonomia gestire le proprie finanze, il reclutamento del corpo insegnante ed altro personale, così come stabilire la dimensione delle classi e la composizione delle stesse.
  3. Centralità del ruolo dell’insegnante e sistema di merito che premi le eccellenze. Gli insegnanti hanno un ruolo chiave nella qualità dell’istruzione fornita, per cui la professionalità dei migliori educatori merita di essere adeguatamente riconosciuta. Il corpo docente dovrà essere formato da personale altamente qualificato e si incentiveranno programmi di aggiornamento continuo. Il livello di retribuzione dovrà essere adeguato ed in linea con altri tipi di carriera.
  4. Revisione dei cicli scolastici. Riduzione della durata del percorso di studi fino al diploma di maturità da 13 a 12 anni. Abolizione degli esami intermedi, al compimento della scuola primaria e secondaria di primo grado. Gli studenti attraverso supporto e valutazione individuali dovranno essere portati al livello necessario per affrontare il test di valutazione nazionale (INVALSI) alla fine del percorso di studi.
  5. Rafforzamento dell’integrazione tra la scuola ed il mondo del lavoro. Riqualificazione dell’istruzione tecnica e professionale in collaborazione con il mondo delle imprese ed il territorio. Incentivare la collaborazione del mondo dell’impresa e del mondo della scuola nel programmare i fabbisogni futuri; occorre garantire educazione terziaria di livello che formi individui pronti ad inserirsi nel mondo del lavoro.
  6. Favorire metodi ed insegnamenti che mirino alla formazione di un forte spirito critico e senso civico. Lo scopo del sistema scolastico non sia quello di fornire nozioni o tecniche bensì, in un Mondo in continuo cambiamento e nella società dell’informazione, insegnare lo spirito critico al fine di preparare gli studenti ad affrontare qualsiasi sfida con gli strumenti necessari. Allo stesso modo si dovranno favorire l’educazione civica, la capacità di lavorare in gruppo, metodi di gestione e capacità organizzative. Così come dare particolare rilievo al multiculturalismo e favorire solidarietà e spirito di accettazione.
  7. Introduzione di sistemi di valutazione rigorosi e massima trasparenza sulle condizioni dei vari Istituti Scolastici. La valutazione degli Istituti Scolastici dovrà essere effettuata usando standard nazionali oltre che metodi di auto-valutazione. I risultati di tale processo di valutazione dovranno essere di dominio pubblico ed alle famiglie sarà messo a disposizione un servizio di orientamento che li guidi nella revisione degli stessi.

In conclusione tutte queste misure sono finalizzate a valorizzare il grande capitale umano presente in Italia. L’obbiettivo sia quello di mettere gli istituti scolastici nelle migliori condizioni possibili per fornire istruzione, garantendo equità e qualità agli studenti ed alle famiglie promuovendo allo stesso tempo l’inserimento nel mondo del lavoro.

Lascia un commento